domenica 29 dicembre 2013
martedì 12 novembre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
mercoledì 11 settembre 2013
10 cose per cui vale la pena vivere a Buenos Aires
# 3
Il tango
Soprattutto ballato con il CAMPIONE MONDIALE 2013, Guido Palacios.
#SuccedesoloaBuenosAires
martedì 27 agosto 2013
lunedì 12 agosto 2013
giovedì 8 agosto 2013
mercoledì 31 luglio 2013
la ventana / la finestra
Ogni volta che mi siedo al tavolo (e sono spesso seduta al tavolo),
questa è quello che vedo.
Montserrat signori e signore!
Quanto è bella Buenos Aires.
venerdì 26 luglio 2013
Gotan!
Si, mi son comprata le scarpe da tango.
Si, sono rosse.
Si, hanno il taccazzo.
Si, sono bellizzime.
No, ballo ancora con la leggerezza di un aratro.
Si, sono rosse.
Si, hanno il taccazzo.
Si, sono bellizzime.
No, ballo ancora con la leggerezza di un aratro.
sabato 25 maggio 2013
Plaza de Mayo, un giorno ai festeggiamenti
Uh! stava per passare maggio senza che pubblicassi almeno un post.
Non potevo venire meno al record di presenza: tutti i mesi da quando ho iniziato nel lontano gennaio 2008.
Eccolo qua allora: una foto scattata ieri in Plaza de Mayo, mentre stavano montando palchi e palchetti per la ricorrenza di oggi.
Non potevo venire meno al record di presenza: tutti i mesi da quando ho iniziato nel lontano gennaio 2008.
Eccolo qua allora: una foto scattata ieri in Plaza de Mayo, mentre stavano montando palchi e palchetti per la ricorrenza di oggi.
lunedì 29 aprile 2013
Momenti di gloria
Lo sapevate che sono su Nuok?
No? bene, ora lo sapete.
Scrivo (e fotografo) su Buenos Aires.
Cercatemi su www.nuok.it
lunedì 25 marzo 2013
Villa 31, Buenos Aires, Argentina
Ogni volta che passo in auto mi dico "dovrei scattare delle foto"
ed ogni volta non ho la macchina fotografica.
Fatto sta che 'sto giro ce l'avevo ...
sabato 9 febbraio 2013
sabato 26 gennaio 2013
La luna nera (ah ah ah)
La resa dei conti sembra essere arrivata
ed io ancora non so se il saldo è in positivo o in negativo.
lunedì 14 gennaio 2013
L'attesa
Ultimamente ho la sensazione di essere in attesa. Uno stato di stand-by interrotto, a volte, da attimi più o meno lunghi in cui ho la sensazione di star facendo qualcosa.
L'attesa. Perchè uno cerca di riempirsi di attività, più o meno produttive, più o meno (meno) remunerative ma, alla fine, si ritorna al punto di partenza: attendere.
E' noioso. Talmente noioso che sono qui a scriverci sopra, in pausa tra una lettura di un blog e di qualche rivista online, nonostante io abbia qualcosa da fare (a gratis, ovvio, e forse questo piccolo dettaglio incide sulla mia poca motivazione) perdo tempo in letture scoordinate e saltellanti.
Però, c'è un però, alcune mi regalano fugaci attimi di motivazione, altre meno. I blog degli italiani all'estero sono i più pericolosi, c'è una sottile linea tra il bene e il male, tra l'ovvietà e la buona scrittura, tra l'essere italiani all'estero e pensare di essere italiani all'estero. Un po' mi infastidisce questa definizione di italiano all'estero, perchè? Perchè fare di tutta l'erba un fascio? Perchè non essere semplicemente Pinco Pallino di qua o di là? No, siamo (siete) italiani all'estero.
Ammetto che c'è un poco di astio nelle mie parole. Mi sembra abbastanza facile dire "Ho un biglietto di sola andata per Londra/Bruxell/Parigi/qualsiasi posto a massimo due ore di aereo con possibilità treno e soprattutto tariffe low cost disponibili". Forse la mia è solo invidia, fosse così, fosse così vicino, sarebbe tutto molto più semplice, meno traumatico, però anche meno esotico: diciamocelo, fa molto più figo andare fino laggiù.
L'attesa. L'attesa ti rovina in casi come questo, decisioni come queste vanno riflettute ma non troppo, vanno soppesate ma prese in una notte. Ti svegli una mattina e hai la visione e vorresti partire già, ora, istantaneamente.
L'attesa è una lunga noia, che ti fa comprare cose inutili su internet, che rovina le tue giornate con dubbi e perplessità. E' che la vita è ora, life is now detto in inglese suona ancor più luogo comune del cazzo, e per un'impaziente come me questi perfortuna relativamente pochi mesi di attesa (e incertezza) sono terribili.
Ora è il caso che mi metta a lavorare (per la gloria, giammai fosse il danaro).
L'attesa. Perchè uno cerca di riempirsi di attività, più o meno produttive, più o meno (meno) remunerative ma, alla fine, si ritorna al punto di partenza: attendere.
E' noioso. Talmente noioso che sono qui a scriverci sopra, in pausa tra una lettura di un blog e di qualche rivista online, nonostante io abbia qualcosa da fare (a gratis, ovvio, e forse questo piccolo dettaglio incide sulla mia poca motivazione) perdo tempo in letture scoordinate e saltellanti.
Però, c'è un però, alcune mi regalano fugaci attimi di motivazione, altre meno. I blog degli italiani all'estero sono i più pericolosi, c'è una sottile linea tra il bene e il male, tra l'ovvietà e la buona scrittura, tra l'essere italiani all'estero e pensare di essere italiani all'estero. Un po' mi infastidisce questa definizione di italiano all'estero, perchè? Perchè fare di tutta l'erba un fascio? Perchè non essere semplicemente Pinco Pallino di qua o di là? No, siamo (siete) italiani all'estero.
Ammetto che c'è un poco di astio nelle mie parole. Mi sembra abbastanza facile dire "Ho un biglietto di sola andata per Londra/Bruxell/Parigi/qualsiasi posto a massimo due ore di aereo con possibilità treno e soprattutto tariffe low cost disponibili". Forse la mia è solo invidia, fosse così, fosse così vicino, sarebbe tutto molto più semplice, meno traumatico, però anche meno esotico: diciamocelo, fa molto più figo andare fino laggiù.
L'attesa. L'attesa ti rovina in casi come questo, decisioni come queste vanno riflettute ma non troppo, vanno soppesate ma prese in una notte. Ti svegli una mattina e hai la visione e vorresti partire già, ora, istantaneamente.
L'attesa è una lunga noia, che ti fa comprare cose inutili su internet, che rovina le tue giornate con dubbi e perplessità. E' che la vita è ora, life is now detto in inglese suona ancor più luogo comune del cazzo, e per un'impaziente come me questi perfortuna relativamente pochi mesi di attesa (e incertezza) sono terribili.
Ora è il caso che mi metta a lavorare (per la gloria, giammai fosse il danaro).
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