lunedì 27 giugno 2011

Cuba, 1959

L'ennesimo libro sul Che, ma questo più che leggerlo lo sto guardando.
Ovvio è un libro fotografico.
Ho fatto quindi la foto della foto (che è un autoscatto, così dice il libro) e lascio una citazione.

"No creo que seamos parientes muy cercanos, pero si Ud. es capaz de temblar de indignación cada vez que se comete una injusticia en el mundo, somos compañeros, que es más importante."
[Non credo che siamo parenti stretti, tuttavia, se lei è capace di fremere di indignazione ogni volta che nel mondo viene commessa un'ingiustizia, siamo compagni, cosa più importante]
La Habana, 1964.

domenica 19 giugno 2011

comprerò quei fottuti sandali!

Sto facendo le prove con la valigia per capire se riuscirò a rispettare i 23 kg di bagaglio e per trovare giustificazioni alla mia decisione di comprare dei sandali quando tra meno di tre settimane sarò in pieno inverno. I sandali li compro. Avevo già deciso ... ma guardando la valigia, la stessa del 25 settembre 2009, mi son messa a fare due conti: 655 giorni fa partivo per il Viaggio, 655 giorni fa stavo segnando il mio destino con una scelta che allora non sapevo si sarebbe rivelata così determinante nella costruzione del mio cammino. In realta determinanti sul serio sono stati tutta una serie di avvenimenti casuali in parte (coincidenze o segni?) e in parte voluti, MA tutti questi hanno avuto luogo là, en mi querido Buenos Aires como tanto me gusta decir, e quindi nulla di tutto ciò che è successo sarebbe potuto succedere se io non fossi partita, se io avessi ceduto alle paure che ammetto mi assalirono a pochi giorni dalla partenza, se ... tanti se ... prima volta fuori dall'Europa e nientepopodimenoche in una città da 15 milioni di abitanti decisamente dall'altra parte del mondo, un progetto di tesi da portare a termine da sola, il problema di Santa Rosa-in culo al mondo-neanche morta vivo là, nessuna certezza e molte speranze.
Oggi? Oggi, in termini sociologici, ho sviluppato un senso di appartenza al territorio argentino, ed in particolare bonaerense, veicolato in maniera decisiva dagli affetti nati e radicati in questa terra. In termini spicci, oggi non vedo l'ora di partire, di riabbracciare questi affetti (nonostante, purtroppo, dovrò abbandonare temporaneamente quelli italiani. Non si può avere tutto e vaffanculo al Lucano), di camminare per San Telmo, stare sulla General Paz -in auto possibilmente-, di fare la spesa al Mercado Central, di bere FernetCola, di attraversare calle Florida di corsa mentre i turisti invece si attardano e sentirmi quindi chiaramente diversa da loro, di passeggiare in Corrientes ed entrare nella libreria che mi piace (e questa volta voglio andare ad uno spettacolo teatrale anche) e molte, moltissime altre cose.
il 25 settembre 2009 non lo sapevo a cosa andavo incontro, oggi lo so:
Buenos Aires ahì voy!